Comunicato stampa. Ricordare il passato per agire sul presente


Ricordare il passato per agire sul presente

Il 27 gennaio del 1945 furono abbattuti i cancelli di Auschwitz, uno dei luoghi simbolo dell’orrore della barbarie nazista. Fra le vittime di uno sterminio pianificato con sadica precisione ci furono anche omosessuali maschi (costretti a portare un triangolo rosa in segno di scherno) e lesbiche (contraddistinte invece dal triangolo nero, riservato alle persone “asociali”) – vittime a lungo cancellate dalla Storia ufficiale e a cui solo in tempi molto recenti si è iniziato a riconoscere il diritto alla memoria.
E se in Europa la fine del Terzo Reich non coincise affatto con la fine della persecuzione delle persone lgbt, tanto che si dovette aspettare decenni per la depenalizzazione dell’omosessualità in tutti gli Stati europei, in alcune parti del mondo il progetto di annientamento delle diversità continua con accanimento crescente. In due terzi degli Stati africani e in tutto il Medio-Oriente (con la sola eccezione di Israele), senza dimenticare il caso più problematico ma non meno preoccupante della Russia, sono tuttora in vigore, e non di rado applicate, leggi che costringono alla clandestinità e alla fuga persone unicamente “colpevoli” di avere un orientamento sessuale “non tradizionale”.
Nonostante la sua arretratezza culturale per molti aspetti, e le ben note carenze legislative in materia di coppie di fatto e di lotta all’omo-transfobia, l’Italia ha saputo accogliere molte di queste persone, in fuga dalla persecuzione e da contesti sociali violenti. Sono più di 60 i casi trattati in questi ultimi anni, quasi sempre con successo, dagli Sportelli istituiti in varie città italiane, fra cui Verona, per accompagnare i migranti lgbt nelle procedure di richiesta di asilo e di ottenimento dello status di rifugiato e per consentire loro di condurre un’esistenza finalmente libera e sicura.
Vogliamo quindi che questa Giornata della Memoria sia l’occasione per ricordare i drammi del passato, che fino a pochi decenni fa ci hanno coinvolto nei nostri territori e nel nostro continente, ma anche quelli del presente, poiché l’odio per la diversità, spesso fomentato dall’integralismo religioso, non cessa di fare vittime e di mettere a repentaglio la vita di milioni di persone. La memoria continua, con l’auspicio che in un futuro non troppo lontano il mondo diventi un luogo accogliente per tutte e tutti, e in cui potersi esprimere liberamente.  

Daniele Speziari
Coordinatore Sportello Migranti LGBT Verona