Russia, Putin vara la legge anti-gay: "Sarà vietato persino parlarne"

La Duma approva il divieto di propaganda. Arrestati i manifestanti che
protestavano davanti al Parlamento. Ma un sondaggio rivela che i due terzi dei
russi sono d'accordo. E l'opposizione tace
NICOLA LOMBARDOZZI


MOSCA - Rappresentano da sempre la più fragile, la meno amata, delle tante
opposizioni al governo di Vladimir Putin. Adesso gli omosessuali di Russia
stanno per essere definitivamente emarginati per colpa dell'ennesima legge dal
gusto sovietico. Con una maggioranza pressoché assoluta il Parlamento russo ha
approvato ieri l'estensione a tutto il territorio nazionale di una legge già in
vigore a livello regionale a San Pietroburgo, Kaliningrad ed altre grandi città
russe: il divieto di propaganda omosessuale.

Da ora in poi sarà dunque reato parlare in pubblico dei diritti, degli amori e
delle speranze dei cittadini gay. La definizione, strategicamente un po' vaga,
di "propaganda" darà al giudice la possibilità di punire con pesanti multe
(fino a 15mila euro) artisti, attori ma anche comuni cittadini colti ad
esprimere un'opinione in pubblico sulla situazione degli omosessuali. Ma
soprattutto mettere al bando o vietare preventivamente eventi, manifestazioni,
concerti, che possano essere ritenuti a rischio di "propaganda gay".

Non siamo al famigerato articolo 121, imposto da Stalin nel '34 e abolito
solamente nel '93, che prevedeva cinque anni di carcere per il reato di
omosessualità ma l'evocazione del passato è evidente e pesante. E tanti anni di
omofobia di Stato hanno comunque lasciato un segno. Pochissimi contestatori
ieri davanti alla Duma. Solo un gruppetto di giovanissimi iscritti al
semiclandestino movimento Russian Lgbt Network, l'unica cellula di attivisti
Lgbt (Lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) in tutto il paese, che da anni
lotta inutilmente per rivendicare spazi e diritti.

Nell'indifferenza dei moscoviti e dei tanti movimenti di contestazione hanno
sfidato le truppe speciali che facevano da guardia al Parlamento, provando a
baciarsi in pubblico e a gridare qualche slogan. E' bastato un solo furgone per
portare in cella i trenta ragazzi catturati dopo qualche ben assestato colpo di
manganello. Mentre salivano sul cellulare hanno preso qualche calcio e qualche
sputo anche dai soliti estremisti della Chiesa ortodossa, sempre in piazza in
occasioni come queste. Gli stessi che esultavano davanti al tribunale per la
condanna delle Pussy Riot.

In aula intanto si poteva ascoltare una raffica di pareri e di pregiudizi che
sono purtroppo largamente diffusi nell'opinione pubblica. "Siamo in Russia, non
a Sodoma e Gomorra", diceva uno particolarmente esaltato. "Non è una legge
contro gli omosessuali - spiegava in vena di giustificazioni - quanto una via
per proteggere la nostra gioventù i cui valori sono minacciati da certi
discorsi, certe immagini scandalose". E i giornali più allineati riportavano
con evidenza i risultati dell'istituto di sondaggi più serio del Paese, la
Levada Center: quasi il 65 percento dei russi è d'accordo con la decisione del
Parlamento. E c'è di peggio: due terzi della popolazione ritiene che
l'omosessualità sia una malattia e condivide la recente decisione dell'esercito
russo di radiare ogni "sospetto omosessuale" dal servizio militare.

La mancanza di solidarietà nei confronti dei giovani malmenati e arrestati del
resto parla da sola. Il blogger anti corruzione Aleksej Navalnyj, ritenuto uno
dei più coraggiosi oppositori del Cremlino e che attacca ogni giorno qualunque
decisione del Parlamento, preferiva rimanere in silenzio. Solo la scrittrice
Ljudmilla Ulitskaja, accettava di mettere tra virgolette una dichiarazione
contro "una legge medievale che gioca sull'ignoranza di una popolazione ancora
dominata da pregiudizi e da retoriche machiste".

Anche Vladimir Putin tace. Sull'omosessualità ha sempre evitato di esprimere
pareri ma ha sempre precisato: "La Russia ha un problema demografico, io ho il
dovere di occuparmi dei diritti delle coppie che generano prole".

Pubblicato da Lorenzo Bernini
Fonte:http://www.repubblica.it/esteri/2013/01/26/news/putin_vara_la_legge_anti-
gay_vietato_persino_parlarne-51313130/?ref=HRER2-1