Regolarizzazione. Ora attenti ai truffatori

L'esperienza del passato insegna, in tanti cercheranno di lucrare sulla voglia
di permesso di soggiorno. Tra finti datori di lavoro e intermediari, i
"clienti" hanno ben poco da guadagnare

di Elvio Pasca

Roma – 27 luglio 2012 – La nuova regolarizzazione è attesa da centinaia di
migliaia di immigrati, ma in questi giorni brindano anche i tanti sciacalli che
si riempieranno le tasche sulle loro speranze.

Non serve la palla di vetro per capire come entreranno in azione, basta
guardare al passato più recente, come la sanatoria di colf e badanti del 2009.
Allora le truffe iniziarono prima ancora di presentare le domande, con tanti
furbi che vendevano a caro prezzo, il più delle volte a ingenui connazionali, i
moduli necessari per versare il contributo forfetario. Moduli che, in realtà,
venivano distribuiti gratuitamente negli uffici postali e nelle banche.

Quando poi si entrò nel vivo, si sprecarono le offerte di volenterosi datori
di lavoro, per lo più italiani, aiutati da altrettanto volenterosi
intermediari, questi ultimi spesso stranieri. Il succo era: "La domanda la
presento io per te, a patto che paghi il contributo e il mio disturbo". Il
conto? Anche diverse migliaia di euro, soldi che il più delle volte non si sono
trasformati in una regolarizzazione perché gli Sportelli Unici che hanno
esaminato le domande individuarono facilmente quelle sospette.

Le tecniche dei truffatori furono varie. C'è chi incassati i soldi, anche solo
un acconto, nemmeno presentò la domanda di regolarizzazione e magari consegnò
al "cliente" una ricevuta falsa. Altri ne presentarono decine pur potendosene
permettere una sola, oppure ne presentarono solo una, ma già sapendo di non
avere i requisiti perché venisse accettata. Qualcuno mise addirittura in scena
la firma del contratto di soggiorno spacciando lo studio un commercialista per
lo Sportello Unico per l'Immigrazione.

Per gli immigrati finite nelle loro grinfie c'è stato ben poco da fare. Non
avevano i requisiti per essere regolarizzati e presentandosi alle forze dell'
ordine per denunciare chi li aveva gabbati avrebbero rimediato subito un'
espulsione. Quelli che sono riusciti a rintracciare intermediati e i finti
datori e hanno tentato di recuperare i loro soldi hanno rimediato, nella
migliore delle ipotesi, delle minacce: "Sparisci, altrimenti le prendi".

Per avere un'idea della casistica delle truffe e del loro esito si può leggere
il documentato dossier sulla sanatoria 2009 pubblicato dal Naga, associazione
di volontariato milanese che martedì prossimo organizzerà anche un'assemblea
pubblica per mettere in guardia le potenziali vittime di nuovi raggiri.

"Temiamo che la macchina delle truffe si sia già messa in moto e quindi
vogliamo giocare d'anticipo con una corretta informazione. Nella consapevolezza
che gli immigrati che 'ci cascano' non sono degli sciocchi, ma persone spesso
disperate che le proverebbero tutte pur di mettersi in tasca un permesso di
soggiorno" dice Fabio Forfori, coordinatore dello sportello legale del Naga.

L'esperienza, insomma, insegna e chi in questi giorni pensa di comprarsi la
regolarizzazione è avvisato. Meglio stare alla larga da chi promette
scorciatoie: può regolarizzarvi solo il vostro "vero" datore di lavoro, quello
che finora vi ha impiegato necessariamente in nero perché non avevate un
permesso di soggiorno. E ricordatevi che i mille euro di contributo
forfettario, oltre agli arretrati di tasse e contributi, dovrebbero essere a
carico suo.

Bisogna infine tenere presente che solo nelle prossime settimane usciranno il
decreto interministeriale e le circolari che definiranno modalità delle
domande, limiti di reddito dei datori di lavoro e altri particolari, compresi i
documenti validi per dimostrare che si è in Italia almeno dal 31 dicembre 2011.
Meglio non fidarsi di chi oggi dice di sapere più di quanto è stato pubblicato
in Gazzetta Ufficiale. Soprattutto se chiede soldi in cambio di aiuto e
informazioni.

Fonte: http://www.stranieriinitalia.it/attualita-regolarizzazione.
_ora_attenti_ai_truffatori_15606.html

Pubblicato da Lorenzo Bernini